Vaccinazioni nei luoghi di lavoro: Approvate dalla conferenza delle Regioni e delle Province Autonome
L’INAIL in collaborazione con il Ministero del Lavoro e della Salute e la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome ha elaborato un nuovo documento tecnico che chiarisce diversi dubbi sulla somministrazione dei vaccini anti-Covid in luoghi lavorativi.
La priorità è la tutela delle categorie più vulnerabili al virus per età, rischio di esposizione e stato di salute. La somministrazione del vaccino in azienda può iniziare in contemporanea con l’avvio della vaccinazione degli under 60.
Nel documento si stabilisce una suddivisione in tre macro-gruppi sulla base della classificazione del rischio, insieme ai dati delle denunce di infortunio da Covid-19 analizzati per incidenza nei diversi settori produttivi. A conti fatti la platea effettiva che potrebbe ricevere l’iniezione nel proprio posto di lavoro è di 12,3 milioni di lavoratori corrispondenti a 81 codici Ateco.
Nella nuova pubblicazione è riprodotto anche il modulo che deve essere utilizzato per la presentazione del piano di vaccinazione aziendale, al quale possono aderire più imprese. Importante specificare che i datori di lavoro possono aderire alla campagna vaccinale singolarmente o in forma aggregata e indipendentemente dal numero di lavoratori occupati. In alternativa alla modalità della vaccinazione diretta, è prevista inoltre la possibilità di stipulare, anche tramite le associazioni di categoria di riferimento o nell’ambito della bilateralità, specifiche convenzioni con strutture sanitarie private in possesso dei requisiti per la vaccinazione. In entrambi i casi i costi sono a carico delle aziende, fatta eccezione per la fornitura dei vaccini, dei dispositivi per la loro somministrazione (siringhe/aghi) e degli strumenti formativi e per la registrazione delle vaccinazioni, che è assicurata dal Servizio sanitario regionale.
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